La terapia breve si è dimostrata un valido strumento nel trattamento di soggetti depressi e le recenti ricerche continuano ad avvalorare la sua efficacia.
Per questo oggi vorrei rispondere alle tre domande sulla depressione che più frequentemente mi vengono poste dai pazienti in studio:
“Com’è possibile risolvere il mio problema di depressione in poco tempo se ce l’ho da tanti anni?”
“Posso superare la mia depressione senza l’aiuto dei farmaci?”
“Qual è la migliore cura per la depressione?”
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Depressione e tempi di guarigione
“Com’è possibile risolvere il mio problema di depressione in poco tempo se ce l’ho da tanti anni?”
La credenza comune vuole che, se un problema è importante, serva molto tempo per risolverlo, almeno la stessa quantità di tempo in cui è stato presente nella nostra vita.
Tuttavia l’avvento delle terapie brevi sta, pian piano, discorfermando questa credenza.
L’attenzione posta sulle risorse proprie della persona e il diverso ruolo giocato nella terapia, sia da parte del soggetto che del terapeuta stesso, aiutano la persona a riprendere in mano la propria vita in maniera attiva e propositiva. Dando alla persona stessa gli strumenti per agire concretamente ed efficacemente.
Inoltre, l’accento sul tempo presente, e non sul passato, unito al senso di concretezza e praticità, che sono lo scheletro portante delle terapie brevi, permettono alla persona di mettere in pratica azioni estremamente efficaci e mirate per il proprio benessere.
Quindi possiamo dire che il ruolo attivo della persona e delle sue risorse, unito all’agire pratico nel quotidiano, sembrano essere gli strumenti in grado di scardinare i meccanismi della depressione in tempi rapidi permettendo un miglioramento del soggetto in maniera esponenziale.
Se questo ti stupisce, ricorda che non si può cambiare il passato, né prevedere il futuro. Si può solo agire sul presente. E che, anche il cammino più lungo, inizia con un semplice singolo passo.
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La depressione ed i farmaci
“Posso superare la mia depressione senza l’aiuto dei farmaci?”
Ben lungi dal voler demonizzare l’uso dei farmaci, che in molti casi si rivelano utili se non addiruttura necessari, recenti ricerche hanno dimostrato che la loro efficacia non è così netta come si pensava.
In particolare, vogliamo qui ricordare il lavoro di Irvin Kirsch che, nel suo libro “I farmaci antidepressivi: il crollo di un mito”, ne smentisce la reale efficacia. Il suo lavoro di ricerca ha infatti dimostrato che, in una percentuale altissima, quasi l’80% dei casi, l’anti-depressivo non è più efficace del ben noto “effetto placebo”.
Questa nuova prospettiva apre il via ad una serie di domande: come capire quando somministrare il farmaco? Come spronare la persona a trovare altre risorse? E così via…
Nel dedalo di dubbi che si è creato le terapie brevi possono essere una buona risposta a queste e a tutte le altre domande che possono sorgere.
Il terapeuta breve può, infatti, valutare la situazione insieme alla persona e capire se questi necessita di un supporto medico, con relativo dosaggio di antidepressivi, o se può essere più utile aspettare e vedere l’effetto della terapia. Può, in altre parole, calzare la propria esperienza sulla persona stessa e trovare, caso per caso, la soluzione più efficace.
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La depressione e la cura
“Qual è la migliore cura per la depressione?”
Sicuramente la terapia e la cura farmacologica rappresentano validi strumenti da mettere in pratica in queste situazioni.
Ma, in questa sede, ci premeva mettere in risalto un “metodo naturale” che sembra prendere piede sempre di più in questi ultimi tempi, avvalorato dalle ricerche che si stanno moltiplicando a riguardo.
Diversi terapeuti brevi, infatti, hanno iniziato ad affiancare al percorso terapeutico l’esercizio fisico. Una pratica che, per quanto possa sembrare banale, ha degli effetti sorprendenti!
Non c’è una specificità riguardo al tipo di attività fsica da intraprendere, quanto più un’attenzione all’impegno ed alla costanza richieste nel metterla in pratica.
In particolare Madhukar Trivedi, professore di psichiatria all’università Southwestern Medical Center di Dallas, Texas, ha condotto diversi studi arrivando a definire delle linee guida specifiche: da 3 a 5 giorni di esercizi a settimana, circa 45-60 minuti al giorno, in cui raggiungere tra il 50 e l’85% della propria frequenza cardiaca massima.
Non cè ancora un’idea coclusiva per spiegare perché praticare attività fisica abbia un’incidenza così netta sull’efficacia della terapia, anche se ci sono alcune ipotesi a riguardo, ma resta indubbio che questo sia stato verificato da diversi specialisti del settore e dalla ricerca scientifica.
Al di là della terapia scelta,quindi, l’attività fisica sembra essere un elemento fondamentale del percorso di guarigione, in grado di accellerare l’efficacia terapeutica e mantere il benessere psicofisico della persona.
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CONCLUSIONI
Le terapie Brevi si sono dimostrate un ottimo strumento per uscire da quei meccanismi disfunzionali in gradi di bloccarti nella tua “tristezza”.
Se vuoi saperne di più o se vuoi parlarne, chiamami!
Ricorda che se non cambi niente, niente cambierà!
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Rosita Del Medico
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Bibliografia
Blumenthal, JA et al. (1999). Effects of Exercise Training on Older Patients with Major Depression. In Archives of Internal Medicine, 159(19), pp. 2349-56.
Ernst, C. (2006). Antidepressant Effects of Exercise: Evidence for an Adult-Neurogenesis Hypothesis?. In Journal of Psychiatry Neuroscience, 31(2), pp. 84-92.
Kirsch, I. (2012). I farmaci antidepressivi: il crollo di un mito. Milano: Tecniche Nuove.
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Sitografia
https://www.lostudiodellopsicologo.it/depressione/meno-farmaci-piu-psicoterapia/
https://www.lostudiodellopsicologo.it/depressione/esercizi-combattere-depressione/