Mi ricordo
Gennaio 2020
Io che racconto commossa ad un amico di aver visto al tg un servizio sui bambini in Cina che affrontavano il lockdown vestendosi da supereroi.
Un’immagine così lontana da quella che era la nostra normalità.
Mi ricordo
9 marzo 2020
Il discorso di Conte ed io che parto, alle 10 di sera, per raggiungere mia figlia di 3 anni, che stava passando il week end dai nonni, senza sapere quando saremmo potute tornare.
Mi ricordo
Il lockdown
Giorni e mesi, festività assonnate, un periodo lungo e silenzioso, in una quarantena che sembrava non finire mai, ma che affrontavamo, con coraggio e determinazione, convinti che ne saremmo usciti migliori.
Mi ricordo
Il mio ritorno a casa
La valigia per il ricovero in ospedale, il parto programmato, mio marito fuori che non ha potuto partecipare e che ha conosciuto sua figlia solo dopo 3 giorni, quando siamo uscite dall’ospedale.
E poi l’estate
Un’estate strana, quasi sospesa nel tempo, in cui il covid e la pandemia c’erano ancora, ma sembravano sfiniti, sconfitti.
E poi l’autunno
Il riprendere una vita che avevamo messo in pausa, come se nulla fosse, ma dove tutto era cambiato, in maniera profonda.
E poi Natale.
Un Natale non sereno e non facile, in cui non si sapeva come sarebbe stato il futuro e si stava già dimenticando il passato.
Tornerà mai tutto come prima? Ma poi, questo prima, com’era?
Capodanno 2021
L’unico capodanno in cui tutti già sapevano quello che avrebbero fatto.
Sarebbero rimasti a casa.
Un capodanno soli.
Il 2021 doveva essere l’anno della svolta, l’anno del vaccino, l’anno della ripresa.
Ma il 9 Marzo, come un tremendo flashback senza via d’uscita, l’Italia è diventata tutta rossa e siamo tornati di nuovo in lockdown, che ora si chiama regione “rossa”, ma sempre di quello si tratta:
Scuole chiuse, tutti in casa, virus che uccide.
Un nuovo lockdown che ci ha colpito, trovandoci più stanchi e soli, dopo un anno di privazioni.
Che ci ha lasciato senza fiato, come un pugno nello stomaco quando non te l’aspetti, quando guardi dall’altra parte e non vedi l’avversario che arriva e che colpisce, con un solo colpo, preciso, che sfiata.
E già nuovi fantasmi appaiono all’orizzonte.
Non si potranno togliere le mascherine e il distanziamento sociale, in alcuni ambiti, rimarrà.
I morti, comunque, continueranno ad esserci.
Dov’è allora la speranza?
Come affrontare questo senso di frustrazione e solitudine che ci portiamo dentro e sulle spalle, ormai da un anno, senza vedere la possibilità di liberarcene?
La speranza è sempre lì.
Tra i camici bianchi, medici e infermieri, che non si sono mai fermati, portando sulle spalle il dolore degli altri.
E tra gli altri camici bianchi, quelli di scienziati e ricercatori, che continuano la loro lotta contro il tempo, alla ricerca di un vaccino che possa salvarci.
Ma è anche nella mano del vicino, che ti porta la spesa, o nella videochiamata dell’amico, che non vedi da mesi, ma che sai che c’è, anche se lo senti lontano.
In questa desolazione che sentiamo intorno a noi, la speranza e la solidarietà che abbiamo urlato dai balconi ci sono ancora, anche se assopiti, sta a noi dargli nuova energia.
“Ha da passà ‘a nuttata” diceva Eduardo De Filippo
E noi siamo proprio nella notte della Pandemia…
…dobbiamo solo aspettare l’alba!
“Lo so. È tutto sbagliato. Noi non dovremmo nemmeno essere qui. Ma ci siamo. È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com’era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest’ombra. Anche l’oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l’hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa.”
“Noi a cosa siamo aggrappati, Sam?”
“C’è del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere per questo.”
(Il Signore degli Anelli)